Possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione del mercato del lavoro quella che si sta profilando in Gran Bretagna, con l’avvento del cosiddetto “curriculum cieco“. D’ora in poi chi vorrà trovare lavoro nel Regno Unito non sarà più giudicato dall’università nella quale ha conseguito la laurea! La prima ad attuare questa innovazione è Deloitte, il colosso delle consulenze e revisioni inglese, annunciando che le prossime assunzioni in Gran Bretagna non terranno in particolare conto l’istituto in cui si è conseguita la laurea, così da evitare preferenze inconsce a causa della fama degli atenei. Invece, si tenderà a valorizzare le persone a prescindere dal loro percorso di studi tenendo conto della determinazione, scaltrezza e qualità umane. Ma come sarà possibile?
Per valutare le persone e non gli atenei, i nomi delle università non verranno rivelati alla commissione che esaminerà i candidati. I selezionatori dovranno quindi valutare particolarmente le origini dei candidati, da dove vengono: spesso infatti l’eccellenza raggiunta da un giovane che viene da una famiglia semplice può essere il simbolo di una volontà ferrea.
L’obiettivo che si prefissa il curriculum cieco è quello di favorire la mobilità sociale, molto statica in Inghilterra. La chiave sarà assumere persone che hanno un modo di pensare diverso dalla massa e che sanno garantire nuove idee e innovazioni, sfruttando il bagaglio personale maturato non solo in prestigiose università. La Deloitte punta a valutare nel prossimo anno 1500 candidati sulla base di informazioni sulla famiglia e sul contesto sociale in cui sono cresciuti perché ottenere voti alti in scuole di serie B equivale a sovrastare la massa e, ovviamente, ad essere dei tipi in gamba. Ciò a cui mira l’azienda è scovare persone con un forte potenziale. Ad ogni modo, la Deloitte non è l’unica società ad adottare come metodo di selezione il curriculum cieco: anche altre si stanno adeguando (come Ernst and Young e Pricewaterhouse Cooopers) e tante altre seguiranno questa filosofia negli anni a venire.
A mio parere, si tratta di un esperimento interessante e fattibile anche nel nostro paese, dove sono tantissime le persone valide che non riescono a trovare lavoro per la sola colpa di non provenire da università abbastanza prestigiose. Scegliere di valorizzare la democrazia è uno dei valori che i giovani di tutta Europa ammirano nel mondo britannico e una delle ragioni che ad esempio hanno spinto oltre 300.000 italiani verso il Regno Unito nell’ultimo anno.
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