Come molti di voi sapranno, con il nome Erasmus s’intende quel programma finanziato dall’Unione Europea che ha lo scopo di favorire la mobilità internazionale degli studenti e consentire loro di fare esperienze di studio all’estero. Da tanti anni gli atenei italiani hanno avviato convenzioni di cooperazione con altre università europee nell’ambito del programma Erasmus in modo da permettere a studenti regolarmente iscritti di studiare presso un’altra università europea, consentendogli anche di imparare un’altra lingua. Ma non solo. Il programma Erasmus consente allo studente di conoscere una nuova cultura, di approcciarsi ad uno stile di vita e un metodo di studio universitario diverso da quello a cui era abituato. Oggi, visto l’alto numero di studenti interessati all’iniziativa, è prassi nella maggior parte delle università tenere un colloquio preventivo tra loro e il candidato, così da valutarne l’adeguatezza per il programma. Oggi vedremo appunto come affrontare al meglio questa prova.
Negli ultimi anni la maggior parte degli atenei italiani utilizzano il colloquio come criterio selettivo (visto l’alto numero di partecipanti), al fine di stilare una graduatoria. Lo scopo del colloquio preliminare è quello di conoscere la motivazione che ha spinto il soggetto a candidarsi. Gli argomenti su cui lo studente è invitato a discutere sono quindi di carattere generale, il tipo di studi che sta portando avanti e la conoscenza di altre lingue. Ma soprattutto, verranno approfonditi i motivi della scelta di una città estera piuttosto che un’altra. La vostra motivazione sarà quindi fondamentale. Ma fate attenzione! Visto che si tratta di domande inerenti la propria persona, molti pensano che questo colloquio rappresenti poco più di una formalità. Anche in questi casi, però, l’ansia di trovarsi davanti ad una commissione giudicante può giocare brutti scherzi. Quindi, sarebbe bene affrontare il colloquio con un atteggiamento del tutto rilassato e con motivazioni valide. Altro accorgimento importante è di presentarvi già con una bozza del piano di studi che pensate di affrontare nell’università scelta, in quanto rappresenterà agli occhi della commissione un altro argomento su cui discutere e su cui apparire motivati e preparati. L’unica cosa su cui non si deve mai esitare sono i motivi per cui si vuole fare questa esperienza. Non date mai motivazioni banali del tipo “ho scelto l’Inghilterra perché voglio imparare bene l’inglese“. Invece, bisognerà argomentare e dare motivazioni plausibili ma serie. Dovete essere voi i primi ad essere convinti di quello che dite e del perché volete fare questo progetto piuttosto che un altro: solo così riuscirete a convincere la commissione della bontà delle vostre intenzioni. Inoltre, se avete una buona conoscenza di un’altra lingua, con molta probabilità avrete già mezzo biglietto aereo in tasca!
Ad ogni modo, sarebbe opportuno arrivare al colloquio preparati per quanto riguarda gli esami che si intende inserire nel piano di studi, dimostrando di avere le idee chiare. Il punto è capire se vale questo anche per la facoltà scelta: è quasi sempre così, come prima cosa, poi recuperare qualcuno che ha già fatto colloqui con il docente presso cui si intende fare la domanda, per capire cosa lo può colpire in modo favorevole. A volte si può tranquillamente inventare o fare leva su qualche stereotipo relativo al paese prescelto, con la certezza peraltro che questi siano stratagemmi alla portata di tutti e dunque, che facciano poca differenza.
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