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Anni di crisi economica hanno complicato la vita di molte famiglie. Non è raro quindi che molti, appena finita la scuola superiore, abbiano cercato fin da subito lavoro per aiutare il bilancio familiare. Ma è anche possibile che magari dopo i primi anni di università capiti l’occasione (imperdibile) di un lavoro, anche part-time, soprattutto per chi studia fuori sede e desidera mantenersi autonomamente agli studi. Il problema maggiore dello studiare e lavorare è ovviamente la mancanza di tempo ed energie e la conseguente frustrazione di aver poco tempo da dedicare allo studio e al divertimento. Il primo obiettivo di uno studente lavoratore, dunque, è quello di continuare ad essere una persona integra, capace di concentrarsi, svagarsi e riposare. Senza che ciò sia fonte di stress. Per migliorare le condizioni di vita di uno studente lavoratore, oggi esistono alcuni diritti ed agevolazioni a cui si può ricorrere. Lo stabilisce la legge italiana per quanto riguarda i diritti del lavoratori e del diritto allo studio, con la sentenza n. 20658 del 25/10/2005 della Suprema Corte di Cassazione, che recita: “Lo studente lavoratore deve essere agevolato nella possibilità di frequentare i corsi e di prepararsi e di sostenere gli esami nel caso in cui questo dovesse essere iscritto all’università.” Vediamo ora nello specifico sia i permessi che le agevolazioni a cui hanno diritto gli studenti lavoratori.
Permessi
Chi studia e lavora ha diritto a permessi retribuiti per poter svolgere gli esami (indipendentemente dall’esito dell’esame!) ma solo se lo studente si presenterà effettivamente in sede d’esame e lo sostenga. Il datore di lavoro può pretendere in questo caso la Certificazione di presenza all’esame, un documento che attesti la presenza all’esame del lavoratore. I permessi retribuiti per sostenere gli esami vengono concessi a tutti, anche ai privatisti non iscritti a corsi di studio regolari e agli studenti delle Università Telematiche.
Agevolazioni
L’agevolazione per frequentare i corsi viene regolamentata dai contratti collettivi, che possono anche riguardare turni di lavoro particolari e l’esonero dal lavoro straordinario. Il contratto collettivo prevede anche il numero di ore retribuite che possono essere concesse al lavoratore. Per poter usufruire di permessi e agevolazioni lo studente lavoratore deve presentare domanda all’azienda entro una data stabilita e attestare tramite apposito documento la partecipazione ai corsi e il sostenimento degli esami. A prescindere, comunque, i contratti lavorativi prevedono un numero massimo di ore di permesso, tenendo anche conto del fatto che bisogna garantire ovviamente il normale svolgimento dell’attività produttiva aziendale. Le ore di permesso retribuite sono pari ad un massimo di 150 ore da utilizzare, di solito, in 3 anni (comprensive delle ore di viaggio che servono allo studente per spostarsi verso le sedi universitarie). Infine, il lavoratore studente ha diritto a orari di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi, lo studio e lo svolgimento degli esami. Tuttavia, non tutti hanno diritto a tali agevolazioni. Ad esempio, coloro che sono “in prova” nei settori del turismo, del legno e nell’ambito edile, e i dipendenti di aziende edili con meno di 18 dipendenti e del turismo con meno di 50 dipendenti. Ma anche quelli che svolgono collaborazioni occasionali e che hanno contratti a progetto, per i quali non è previsto né l’obbligo di orari, né l’obbligo di presenza in azienda. Infine, per quanto riguarda il lavoro part-time, se il part-time è verticale i permessi sono ridotti in proporzione all’attività lavorativa, mentre se il part-time è orizzontale, i permessi vengono ridotti solo se il lavoratore utilizza permessi ad ore.
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cazzate. Il Miur non prevede la retribuzione a chi effettua esami universitari. Regala 8 giorni ma interrompe il servizio e l` anzianita`. Una vergogna per un`Istituzione che dovrebbe promuovere l`istruzione`
(dipendente a tempo determinato da 10 anni)